venerdì 21 settembre 2012

IMERIO E ALTRE STORIE (prima parte)

Allora s'avvicina la pubblicazione d'Imerio, il 25 ottobre, e, insomma, devo creare un po' d'attenzione sulla faccenda. Perciò riprendo in mano il blog. Bisogna. Perciò ecco a voi:

IMERIO E ALTRE STORIE (prima parte)

Ci sono quelli che mi dicono che non sono riusciti a leggere "Memorie di Adriano" perchè troppo complicato, che bisogna andare avanti e indietro con le pagine ed è una rottura di marroni. Oddio, io l'ho letto quattro volte e ci ho fatto pure sopra "L'Ombra del Cannibale", adesso lo posso ammettere che son passati tre anni e qualche mese, ma non posso non capire quelli che dicono che "Adriano" è peso. Insomma bisogna pescarne il mood giusto, ma se hai un periodo sbagliato lo molli là, sul comodino o sopra il radiatore. Eccome se capisco, sul mio radiatore ci sono tanti di quei libri mollati là che se conosceste i titoli inorridireste. Tra i libri che ho mollato là c'è "Er Pasticciaccio Brutto di Via Merulana". Adesso io sono aperto a tutto, ma voglio proprio che qualcuno scriva che l'ha, onestamente, finito. E' scritto in romano da un milanese, con l'aggravante che Ingravallo, il poliziotto, viene da qualche parte dell'Abruzzo e parla nel suo idioma che, francamente, alla fine, prima devi tradurre e poi devi leggere. Ci sono nobili scrittori che m'hanno giurato che l'hanno letto ma io non ci credo. Non è possibile. Io sono arrivato a metà e procedo coll'attenzione d'un fante a Montecassino. Io non dico che il Pasticciaccio non sia un bel libro, dico che è quasi impossibile leggerlo. Gadda era andato aldilà del linguaggio e, siccome non gli bastava più la scrittura normale, s'è inventato un linguaggio nuovo per parlar del torbido di Via Merulana. Insomma un po' come Waits o il Teatro degli Orrori, che son partiti dal piano bar e della "Canzone del Sole" per arrivare al casino che fanno oggi perchè, giustamente, la normale forma musicale l'avevano esplorata e cercavano qualcosa di là del muro. Però Gadda (insomma è sempre stato trattato come un extraterrestre letterario, povero disgraziato, trattiamolo almeno un po' come uno di noi) è stato il primo che m'ha fatto pensare che si potesse scrivere in dialetto e se l'ha fatto Gadda, perchè non lo posso fare io? E poi è successa un'altra cosa che m'ha fatto pensare che si potesse scrivere in veneto. Portavo in giro Margherita Oggero e Ernesto Ferrero durante Bolascolegge e, nel parcheggiare, mi son fermato a chiacchierare con un amico e poi, ancora, per la strada a buttare giù battute con i conoscenti, tutto rigorosamente in dialetto veneto. A un certo punto Margherita Oggero mi fa: "Ma parlate sempre in dialetto qui?" e io ho risposto di sì. Sì parliamo quasi esclusivamente in dialetto perchè ci viene così. Parlare in dialetto è come essere un po' più complici, meno formali. Usare un codice. Tutte quelle robe lì. Senza naturalmente sconfinare nelle puttanate della lingua autoctona che purtroppo vanno tanto di moda. Il veneto è un dialetto e non una lingua. In "Imerio" perciò ho usato un po' del mio dialetto: in certi punti schietto, o sccietto come si dice qui, in certi punti un italiano parlato da un veneto degli anni sessanta che prova a parlare la lingua corretta e nella maggior parte del libro l'italiano/italiano. Per dire che si può comprare anche in Piemonte e Lombardia che si capisce bene lo stesso. In Piemonte in particolare che ci sono così tanti cognomi veneti da far paura. I Lazzarotto, i Toso, i Balmamion, i Fraccaro sono il retaggio di quando noi veneti avevano le pezze al culo e partivamo a frotte per guadagnare da vivere. Ora è cambiato tutto. Ora i forestimica li sopportiamo tanto bene, ma "Imerio" vuole raccontare di allora: quando alle frontiere abbassavamo la testa e ce lo siamo dimenticati. A presto che qui sta diventando una predica e io mica sono un prete. Dio mi scampi.

2 commenti:

  1. Ho letto il post scritto da Pastonesi sul suo blog intitolato" la Rivincita". La molla è scattata subito; c'erano tutti gli ingredienti per un libro da leggere subito.

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  2. Oddio, non so se devo ringraziare marco pastonesi o te claudio, comunque nel dubbio, grazie molte.

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